Comune DI ZEVIO
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Nome degli abitanti Zeviani
Un pò di storia:
In epoca romana il territorio zeviano era sicuramente abitato, come confermano varie scoperte archeologiche. Vengono attribuiti al II secolo a.C. i reperti più antichi: armi, monete, vasi, ciotole, monili, rinvenuti nella necropoli gallica di Santa Maria e in un cimitero romano. Alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476) Zevio è citato per la presenza di una “difesa permanente” contro le invasioni dei barbari. Alboino, re dei Longobardi, nel 556 sconfisse e uccise Cunimondo, re dei Gepidi, e cercò di inserire i vinti nelle terre conquistate. Ecco perché all’inizio del secolo VII troviamo sul territorio l’Arimannia dei Gepidi; da allora il paese fu chiamato Gebetum da Gepidum, o Jebetum, come sta scritto sul primo stemma comunale. Il più antico documento in cui appare questo nome è il testamento di Engelberto da Erbé (846), che possedeva una masseria (azienda rurale) nella campagna gepidana o gebetana. Dal secolo VIII all’XI, Zevio fu il centro politico-amministrativo di una vasta area a nord e a sud dell’Adige chiamata Fines (terra) Gepidana, poi Zevedana, quindi Zosana nel periodo Comunale. Del secolo X merita attenzione il diploma dell’imperatore Ottone III, datato luglio 999, nel quale si attesta l’esistenza a Zevio, in località Fiume Morto, di uno “Xenodochio detto di Sant’Andrea”, un ospizio che dava gratuitamente alloggio e assistenza ai pellegrini e alle persone bisognose.
Nel XIII secolo i suoi abitanti subirono le tristi vicende che ebbero come protagonisti Guelfi e Ghibellini. Durante queste lotte il paese fu distrutto, nel 1232 e nel 1236 (altra distruzione subirà nel 1509 ad opera dei Francesi). Nel 1300 Zevio riacquistò un’importanza anche superiore a quella già goduta nei secoli X e XI, essendo sede di Capitaniato (Capotanià de Zeveo). Dal 1406 alla fine del ‘700 anche il veronese fece parte della Repubblica di Venezia. Ebbe inizio allora la suddivisione del territorio in Vicariati e quello di Zevio assunse le dimensioni del comune di oggi, con le appendici di Palù, Albaro e Scardevara, nonché Ponton e Paquara, ora nell’area comunale di San Giovanni Lupatoto. Nel Medioevo la zona doveva godere di rilevanti attività: mentre l’agricoltura dava prodotti apprezzati e l’artigianato era in pieno sviluppo, l’Adige registrava il traffico più intenso. A Zevio era presente un porto dalla metà del 1400.
Negli anni intorno al 1800 Zevio, come tutto il veronese, venne coinvolto nelle turbinose vicende napoleoniche. Nei decenni che seguirono, oltre insolite calamità naturali, si ebbero frequenti e luttuose epidemie.
Da visitare:
- i resti dell’antica struttura del castello tra i quali: i sotterranei massicci, i due merli nella sala consigliare, l’accesso al cammino di ronda e il ponte ad ovest.
- La Camaldolesa del ‘200
- Il palazzo Arrigoni Smania del ‘300
- La parrocchiale con resti di muri del ‘400
- La Madonna realizzata nel 1593 dal Brusasorci e custodita nella chiesa parrocchiale
- Palazzo Barbaro Todeschini del ‘400 e l’oratorio del 1692
- Villa Da Lisca del ‘600
- Palazzo Ruffoni- Bonomi con annessa chiesetta del ‘600
- Palazzo Meneghini con il parco dedicato a Maria Callas
- Il Torrazzo, approdo, imbarcadero a testimoniare l’intensa attività commerciale del Volon nel ‘3
MANIFESTAZIONI
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Fiera di S.Toscana
Seconda Domenica di Ottobre
Sagra della Mela e della Fragola