Comune: | CAVAION VERONESE |
Indirizzo: | VIA MOLIN,10 |
CAP: | 37010 |
Telefono: | 04568990 |
Comune DI CAVAION VERONESE
Nome degli abitanti Cavaionesi
Disteso nell’entroterra gardesano tra il comune di Bardolino e la sponda destra dell’Adige, nella parte nord-occidentale della provincia di Verona, il comune di Cavaion Veronese occupa una superficie di 12,22 kmq con una popolazione di circa 4000 abitanti.
Un territorio prevalentemente collinare che comprende parte delle colline dell’anfiteatro morenico del Garda, le pendici meridionali del Monte Moscal (San Michele e Ceriel), la valle del Tasso ed un breve tratto del corso e della piana alluvionale dell’Adige. I confini vanno dal comune di Bardolino ad ovest, a quelli di Bardolino e Pastrengo a sud, ai comuni di Sant’Ambrogio e Rivoli ad est, al comune di Affi a nord.
Il punto più elevato del territorio comunale è rappresentato dalla cima del Monte San Michele a 342 metri s.l.m., mentre il punto più basso si raggiunge sull’Adige a Sega (circa 85 metri s.l.m.)Il clima è di tipo padano-mediterraneo: le estati sono secche, interrotte da temporali, e gli inverni asciutti per lunghi periodi. Autunno (ottobre) e primavera (aprile) sono le due stagioni più piovose. Per la vicinanza del lago di Garda che attenua il clima, le temperature medie annuali sono tra i 12° ed i 13°; in inverno le temperature medie sono comprese tra i 2° e 3°, mentre in estate raggiungono i 22°-23° in luglio. Dal punto di vista idrografico il territorio di Cavaion è toccato ad oriente dal fiume Adige, ad occidente dal torrente Valsorda, ed è attraversato dal torrente Tasso, dal torrente Val Quarole, e dal rio Bisaola. Sono infine da menzionare il canale Medio Adige, o Biffis, ed il canale Alto Agro Veronese, opere idrauliche che seguono a quote diverse il corso dell’Adige nel tratto cavaionese.
Un pò di Economia:
Con l’apertura del vicino casello autostradale di Affi nei primi anni Settanta, Cavaion da paese interamente agricolo è diventato in pochi anni un centro di piccole e medie industrie e di un artigianato qualificato. L’agricoltura, pur non essendo più attività prevalente, è comunque una agricoltura di qualità, specializzata nella produzione del vino Bardolino DOC e del pregiato olio di oliva “Riviera degli Olivi”, oltreché nella frutticoltura (produzione di kiwi, pesche, ciliegie), cerealicoltura ed orticoltura (pregiato l’asparago violetto).
L’industria è rappresentata dai settori calzaturiero, del mobile, meccanico e della plastica, ma predominante risulta il settore del marmo che occupa molte persone, in particolare nella frazione di Sega.
Il turismo presenta alcune strutture ricettive alberghiere, con aziende della ristorazione ed agrituristiche, ed alcune attrezzature sportive e ricreative con un parco acquatico; un turismo culturale, rurale ed enogastronomico, che si sta sviluppando sempre più.
Da vedere:
Abbastanza numerosi sono gli aspetti archeologici, storico-artistici ed architettonici di un certo rilievo, presenti nel territorio di Cavaion, anche se spesso poco conosciuti, così come i numerosi esempi di arte ed architettura popolare. Le corti, i capitelli, le ville, i monumenti e le chiese rappresentano un patrimonio culturale che va conservato e valorizzato perché testimonianza diretta dell’uomo e di civiltà del passato che possiedono ancora dei messaggi e dei valori da trasmetterci.
Le Chiese
La Chiesa Parrocchiale di Cavaion
Una prima chiesetta romanica sorse al posto dell’attuale parrocchiale nel XIII sec., dedicata a San Giovanni Battista ed officiata la domenica ed in occasione di festività particolari, da un sacerdote della Pieve di Santa Maria di Cisano. Dal 1460, dopo un primo ampliamento, vicino alla chiesa risiedeva anche un sacerdote che ne era il rettore.
Nel 1480 viene dipinta la pala della Madonna con Bambino in gloria da parte di Antonio Badile. Divenuta parrocchiale nel 1585, nella prima metà del XVII sec. la chiesa venne ampliata raggiungendo le dimensioni dell’attuale presbiterio. Anche il campanile venne ulteriormente innalzato nel 1749; ma l’ampliamento più consistente ed una radicale ricostruzione, la chiesa li subì tra il 1812 e il 1830 quando raggiunse le attuali proporzioni.La facciata è in stile neoclassico, ornata da quattro colonne, e recante la scritta “DOM IN HONOREM SAN JOANNIS BAPTISTAE”. Sopra vi è un grande orologio, coronato da un timpano che regge una croce fra quattro vasi.
L’interno, ad un’unica navata, potrebbe essere definito di stile neoclassico con influssi palladiani.
Restaurato e riaffrescato negli ultimi decenni, l’interno della chiesa colpisce per le sue armoniche linee architettoniche, sottolineate da vari pilastri e da colonne con capitelli, archi e volte decorati.
La Chiesa Parrocchiale di Sega
Si tratta di una struttura moderna, costruita a forma di tenda, su disegno dell’architetto Marcello Zamarchi, nel 1971. L’ingresso è sormontato da un alto pinnacolo con croce e vetrate verticali; quattro pilastri soreggono con trabeazioni in cemento il tetto a tre spioventi, mentre le pareti sono occupate da luminose finestre. L’altare maggiore è ricco di marmi, così come il pavimento interno, ed ai lati del presbiterio vi sono la statua dell’Immacolata e di San Gaetano Thiene, proveniente dalla chiesetta omonima.
San Michele della Bastia
Insediamento preistorico e poi romano, il Monte San Michele fu fortificato dai longobardi ed in seguito divenne vera e propria fortezza, Bastìa, con mura che circondavano il pianoro sommitale. Ancora nel IX sec. vi sorgeva una chiesa dedicata a San Michele, patrono dei longobardi. Nella seconda metà del XIV sec., quando la chiesa aveva ormai perso importanza a scapito di quella di San Giovanni Battista, posta più in basso, venne costruito in fianco un convento dei monaci olivetani. Dopo varie vicissitudini, danneggiamenti e ricostruzioni, nei primi decenni del 1800 venne demolita in gran parte ed i suoi marmi furono utilizzati nella costruzione e nell’arredo della nuova parrocchiale. Oggi della chiesa restano solo una parte dell’abside, tracce di pavimento e qualche muro sommerso di edera.
Cappella di San Michele
Cappella gentilizia che fa parte della proprietà di palazzo Trombetta, è stata costruita nel secolo XIX. E’ situata in una stupenda posizione panoramica subito sotto la cima del Monte San Michele, attorniata da cipressi e pini neri, ed è raggiungibile lungo il Sentiero della salute.
Chiesetta di San Martino
Si tratta di una chiesetta quattrocentesca sorta a Cordevigo nelle proprietà dei conti Lombardo, a servizio della comunità agricola locale.
Ai primi del XVI sec. era cadente e senza tetto e quindi fu ricostruita ed ampliata nelle forme attuali nel 1543, divenendo nel XVII sec. cappella gentilizia, in quanto incorporata nella villa dei Lombardo. L’interno è a pianta rettangolare; vi è un unico altare con alle spalle un quadro raffigurante San Martino. In varie edicole sono raccolte 3.300 reliquie appartenute alla Vergine, a Cristo e a numerosi santi, nonchè il cranio di Santa Gaudenziana. Singolari sono i fori e le grate posti nella pareti laterali e sul fondo della cappella che consentivano di assistere alla Messa alla servitù ed ai contadini del posto, in quanto la cappella era destinata ai nobili. La chiesetta ebbe funzione di cappella privata fino al 1880. Oggi è aperta in occasione della festività di San Martino, l’11 novembre.
Chiesetta di San Faustino e Giovitta
Eretta anteriormente al XII sec. in aperta campagna, a sud dello stagno di Ca’ Nova, la chiesetta era di forma rettangolare ed in stile romanico. E’ menzionata in vari documenti dal 1197 al 1541, e nel 1630 sorse attorno ad essa un lazzaretto per i colpiti dalla peste. Nel 1707 fu danneggiata, come altre, da truppe francesi ed in seguito fu restaurata e riaperta al culto.
Decadde e rovinò nel XIX sec., mentre nel 1920 vennero costruite alcune stanze nella parte destra, in previsione di isolarvi malati di tifo. Oggi è abbandonata: l’abside è stata asportata e si conserva intatto solo l’occhio centrale romanico della facciata e la muratura.
Chiesetta di Santa Croce
Conosciuta come “ceseta de la léor” per la sua posizione campestre, sorge nelle vicinanze di Villa, al confine con il comune di Bardolino. E’ una chiesetta romanica edificata nel XV sec. e più volte trasformata nel corso dei secoli. Di originale conserva il portale d’ingresso e la bella abside, separata dalla strada soprastante da un corridoio. L’interno, che misura 6X4m (più 2m di abside), è moderno e conserva due belle tele anonime rappresentanti la “Deposizione della Croce” e la “Santissima Trinità”. Appartiene a privati, ed è aperta nel giorno della festività dell’Esaltazione della croce, il 14 settembre.
San Gaetano
E’ l’antica chiesetta della Sega, dedicata a San Gaetano Thiene e costruita nel 1777. La facciata presenta una porta con due finestre rettangolari ed una più piccola in alto, e reca la scritta: “PROVIDENTIAE PROPUGNATORI SACRUM”, riferita al santo della “Provvidenza”. L’interno è ad un’unica navata con tetto a botte. Sul tetto vi è un campaniletto a vela.
La chiesa versa oggi nel più completo abbandono.
Le Ville
Si tratta di edifici, in gran parte del XVI-XVIII secolo che la nobiltà si fece costruire come dimora estiva e come centri economici di consistenti aziende agricole, arricchiti e completati da giardini, broli, parchi ed elementi decorativi di pregio (pitture, statue, fontane).
Torre Civica e Villa Trabucchi
Il complesso sorge al centro del paese, ed è caratterizzato dalla massiccia torre merlata di origine medioevale affiancata alla villa ottocentesca. La Torre rappresenta uno dei primi nuclei attorno ai quali si venne costituendo la comunità del paese; fu costruita nell’899 per concessione di Berengario I, come difesa del nucleo abitato contro le scorrerie degli Ungheri, divenne sede comunale nel 1260, fu fortificata nel 1399 dal capitano di ventura Jacopo dal Verme e dalla Serenissma e restaurata nel 1885 dopo le offese ricevute dai francesi e dagli austriaci alla fine del XVIII sec., e divenne parte integrante di villa Trabucchi, palazzo a tre piani dall’elegante facciata con cortile, delimitato da muraglione che dà su un parco con cedri secolari.
Villa Ravignani
E’ una bella costruzione risalente al XVIII sec., ma modificata in modo consistente nel 1923, e si presenta con un palazzo a tre piani recante sale interne spaziose, anche se sobriamente ornate. La villa denota linee neoclassicheggianti e possiede una torretta coronata da merli ghibellini, mentre alcuni pinnacoli movimentano la gronda aggettante.
Nel cortile antistante il palazzo, vi è un pozzo, le scuderie ed una serra impreziosita da quattro statue che rappresentano le stagioni, con alcuni maestosi cedri nel giardinetto antistante. E’ stata restaurata recentemente.
Villa Bonazzo
Venne edificata ai primi del sec. XVIII in stile neoclassicheggiante. Il palazzo, snello ed elegante pur nella semplicità delle forme, presenta quattro lesene con capitelli ionici che movimentano la facciata; è ricco di marmi e possiede molte finestre tra loro simmetriche, ed un balcone, che danno luce alle ampie sale di tutti tre i piani. In gronda mostra un parapetto marmoreo che sostiene quattro piccole statue raffiguranti le stagioni. Sul davanti vi è un giardino con due svettanti palme, e sulla recinzione verso la strada è inserita una lapide che ricorda la fucilazione di 4 giovani soldati il 27 marzo 1945, qui imprigionati.
Villa Trombetta
E’ un imponente palazzo settecentesco posto sulle più alte propaggini del Monte San Michele, frutto di un’architettura minore, ma non per questo meno nobile. Costruito su un preesistente edificio di origine quattrocentesca, molto più ampio dell’attuale, il palazzo è a tre piani con imponenti mura coronate da merli ghibellini.
Possiede un superbo scalone in marmo rosso ed alcune sale affrescate con motivi floreali e recanti bei dipinti. Davanti, sulle balze digradanti, si trova uno splendido parco con grandiosi pini.
Villa Cordevigo
Sorge nall’antica località di Cordevigo, già insediamento romano, forse come villa-fattoria. Per la sua felice posizione, il complesso come dice il nome, è un cuore pulsante nella natura, ed infatti è immerso tra colline verdeggianti di cipressi, oliveti e vigneti che lo coronano.
La villa è stata costruita nel XVII-XVIII sec. in forme eleganti e sfarzose, su di un palazzo precedente del XV-XVI sec., la cui facciata era rivolta ad occidente (ove adesso è il parco), e si accorda pienamente con il paesaggio collinare circostante. Il palazzo in stile rinascimentale, possiede tre piani con numerose finestre, un portale cinquecentesco, ed ha ai lati due corpi più bassi che racchiudono un ampio cortile, preceduto da un ombroso viale di cipressi e da un monumentale cancello sormontato da statue; nel cortile vi sono un’artistica fontana centrale e un piccolo giardino all’italiana. Sulla sinistra della villa vi sono eleganti scuderie e portici, mentre alla destra vi sono capaci cantine e magazzini. Sul retro del palazzo si trova un parco con sorgente e piante secolari, tra cui maestosi ippocastani, tassi e pioppi. Della villa fa parte la chiesetta di San Martino, cappella gentilizia costruita nel 1543, vero e proprio reliquiario di santi.
Il complesso di Cordevigo è stato per secoli, dal medioevo, al centro del feudo dei conti Lombardo, e quindi è passato ai conti Dolci Saladini De Moreschi, mentre oggi è sede di una rinomata azienda agricola.
Corti, muri, “introi”, pozzi e fontane
Le corti sono insediamenti di origine medioevale (sec. XIV-XV), ma sviluppatesi sorattutto dal XVI al XVII sec., formate solitamente da una casa padronale, fortificata od arricchita con elementi architettonici ed arredi di distinzione (poggioli, mensole modanate nelle finestre, fregi, ecc.), e da case di contadini affittuari con stalle e cantine al pianoterra e le abitazioni (cucina con grande camino e camere) al piano superiore, raggiunte da scale esterne in pietra, mentre al secondo piano vi sono i “granai” dove si depositavano le granaglie ed i cereali.
La corte, il cui ingresso è generalmente costituito da un arco a tutto sesto in pietra, spesso con stemma in rilievo e millesimo scolpiti in chiave, simbolo della famiglia proprietaria, possiede un “pòrtego” o “barchessa” di fianco alle case, il pozzo, l’aia (“sélese”), normalmente selciata od in terra battuta, ed a volte mostra una torre di difesa (la colombara; molto bella è quella di località La Colombara o la torre a Porto di Sega), negli ultimi secoli ospitante colombi, da cui il nome. Tali edifici, disposti a racchiudere uno spazio rettangolare chiuso, erano completati nella perimetrazione difensiva da muri in seregno.
Il centro storico di Cavaion conserva numerose corti che hanno completato la trama medioevale degli insediamenti sulle pendici meridionali del San Michele. Pregevoli esempi di corti sono: Corte Quaranta, tra le più antiche di Cavaion; Piazzola, insediamento molto antico con origini quattrocentesche; Corte Torcolo, di origini cinquecentesche il cui nome deriva dal grande torchio che vi era installato per la pigiatura dell’uva; la corte in località Villa, cinque-seicentesca con linee architettoniche semplici ed essenziali, con scale esterne e stalle al pianterreno; Corte Porto a Sega, di cui resta solo l’arco d’ingresso e la prospicente casa-torre trecentesca, e altre corti lungo le strade per Campara e Pol; Le Colombare, antica corte, oggi ristrutturata, posta al confine con il comune di Affi, dotata di una tipica colombara, utilizzata come torre di difesa contro bande di soldati e briganti, con piccole finestre e feritoie di osservazione.
Costituiti di seregni, sassi calcarei, pietrisco di riempimento e poca calce, frutto di una lavorazione artigianale, i muri delimitano gran parte delle strade del centro storico di Cavaion e particolarmente significativi sono quelli che recintano le campagne, i fondi delle varie ville, o che sostengono i terrazzamenti.
Da menzionare sono inoltre i muri che delimitano i vari “introi”.
Gli introi sono dei vicoli, degli stretti passaggi pedonali, che a Cavaion collegano tra loro trasversalmente le strade del paese, originariamente disposte quasi in parallelo a seguire le balze e le pendenze del Monte San Michele. Si tratta di vicoli che presentano il tipico selciato in ciottoli a “salèso”, con gradini in pietra e con caratteristiche “bombardére” per lo scolo dell’acqua, delimitati da alti muri in seregno che recintano le proprietà prospicenti.
Gli introi del centro di Cavaion sono di origine medioevale, ma nelle forme attuali risalgono al XVII-XVIII e XIX secolo. I principali sono quattro, ma possiamo aggiungervi anche la scalinata di via Garibaldi che porta da via Roma (Contrà di Mezzo) alla piazza della Chiesa: Introl della Torre, il più antico del paese che nel medioevo univa la Torre con la strada che saliva alla Bastia; Introl Soletti, settecentesco e ideale prosecuzione dell’introl della Torre; Introl del Festi, il più lungo degli introi di Cavaion che inizia in mezzo a case sette-ottocentesche ben ristrutturate; Introl Pozzetto, risalente al XIX secolo, molto suggestivo.
Cavaion presenta inoltre numerose testimonianze di architettura popolare legata all’acqua, risorsa da sempre importante per gli usi agricoli e civili. Alcune fontane con vasche e lavatoi in pietra per i panni, sono presenti nei pressi di Piazzola, mentre pozzi venivano scavati un po’ in tutte le corti e nelle contrade e ne sono testimonianza quello famoso del Pozzo dell’Amore, quelli di corte Torcolo e di corte Quaranta, quelli di villa Ravignani, di Bossema o di Villa e Naiano.
Manifestazioni
Marzo
Carneal de Cavaion. Sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati per le vie del paese.
Luglio
Festa della Madonna del Carmine. Festa con stand eno-gastronomici per la degustazione di prodotti tipici, ballo e luna park, sport.