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Dolcè

Comune DI DOLCE’

Comune: DOLCÈ
Indirizzo: VIA TRENTO,26
CAP: 37020
Telefono: 0457290022

Nome degli abitanti Dolceati

Altitudine max. 850 metri s.l.m.
min. 86 metri s.l.m.
Abitanti al 1.1.2002  2258
Superficie 30,89 kmq
Distanze da Verona km 27         da Trento km 60
Vie d’accesso *Autostrada Modena Brennero (A 22)
*Strada Statale 12 dell’Abetone (Verona – Trento)
*Linea Ferroviaria Verona – Brennero: fermate Stazioni Verona
*Rovereto per Intercity con coindidenze di treni Regionali o Interregionali per Stazioni di Dolcè e Peri
Uscite caselli autostradali Ala Avio/Tn – da Nord – km 28
Affi/Vr – da Sud – km 16
Frazioni Volargne, Ceraino, Peri, Ossenigo

Il Comune di Dolcè si estende lungo la sponda sinistra del fiume Adige, a partire dal confine un tempo statale (Italia – Impero Austro – Ungarico), attualmente regionale, tra Ossenigo e Borghetto e, attraversando la Chiusa, termina a sud dell’abitato di Valargne lungo la strada statale dell’Abetone (S.S. 12) che da Verona conduce a Trento. Il paese più popolato è Volargne ma, per varie ragioni storico – geografiche, la sede comunale si trova a Dolcè. Questo nucleo abitativo, già noto nel Medioevo col nome di Dolcetum, vanta nel proprio circondario alcuni interessanti reperti archeologici dell’era preistorica. Fra essi, vale la pena di segnalare il riparo Soman risalente al Paleolitico superiore e alcune interessanti testimonianze dell’età romana e dell’epoca medioevale, come il Casteleto. Il centro storico di Dolcè sorge attorno a tre stupendi palazzi signorili: quello Ruzzenenti – Fasanotto, quello Guerrieri – Rizzardi e quello Salgari, attualmente sede del Municipio. La campagna nelle vicinanze del paese, ora adattata a coltura intensiva della vite, fu bonificata dalle pietraie di origine fluviale in un’opera costante e continua nel tempo che ebbe il suo massimo impegno nei primi decenni del nostro secolo. Fu comunque l’utilizzo del suolo agrario a determinare l’andamento abitativo del territorio comunale in relazione alle anse che il fiume compie alternando le volute disegnate dalla corrente tra le pendici dei Monti Lessini ad est e le propaggini del Monte Baldo ad ovest. Gli altri borghi si collocano geograficamente rispetto al capoluogo comunale a sud e a nord. Procedendo da Dolcè verso sud si incontra Ceraino, proprio alle porte del budello naturale della Chiusa Veneta. Caratteristiche del paese sono il forte di costruzione austriaca che lo sovrasta e che dal borgo prende il nome e l’antica birreria alla Grotta, famosa da oltre due secoli per un magnifico soffio d’aria proveniente dalle viscere della montagna che rinfresca la cantina dove si trova la bevanda. Proseguendo oltre la Chiusa, si giunge all’abitato di Volargne, vero e proprio polmone economico del territorio comunale. Il nome del paese, probabilmente, è legato all’espressione latina vadum ad ilum agerem ovvero guardo sul corso d’acqua verso la campagna aperta. Del passato di Volargne, oltre al ricordo di una stazione di posta usata per rinfocillare viandanti e cavalli quando i viaggi erano effettuati in carrozza, restano alcuni prestigiosi edifici signorili, il più bello e famoso dei quali è senz’altro la stupenda villa Del Bene. Cambiando direzione, partendo cioè dal capoluogo per procedere verso nord, si giunge alla rigogliosa campagna di Ceradello, un tempo sorvegliata dall’Opera Napoleonica, un bastione in terrapieno costruito, come dice il nome, dalle armate del Bonaparte, per controllare la viabilità della valle per terra e per acqua. Qualche chilometro più avanti, sempre nella stessa direzione, appare l’abitato di Peri. Il paese rappresenta oggi un nodo viario di estrema importanza perché, nelle sue immediate vicinanze, l’unico ponte sul corso d’acqua del tratto veronese della valle dell’Adige permette di passare dalla sponda sinistra del fiume a quella destra e viceversa. Va detto che nelle campagne del circondario di Peri, a testimonianza di un intenso passato storico, furono ritrovati significativi reperti preistorici e romani, in particolare alla Ca Rota e al Colle Ara. Il nucleo di Ossenigo è posto oltre Peri, dopo un’ampia curva della Statale n. 12 che, superando una valle laterale sotto il Corno d’Aquilio, si innesta sulla deviazione per la borgata. Alcuni storici hanno fatto derivare il nome della località da un toponimo gallico. Di certo il luogo è citato fin dal 928 in un antico documento medioevale. La distribuzione delle vecchie abitazioni del borgo, allineate l’una dopo l’altra lungo la strada principale un tempo chiamata Vecchia Postale o anche Strada d’Alemagna, è caratteristica dei paesi di strada; in altre parole, in quei centri che traevano linfa economica nonché ragione stessa di essere dalla loro collocazione ai margini di una grande arteria di comunicazione. Proprio per questa ragione, ad Ossenigo funzionarono tra Medioevo ed Età Moderna un posto di dogana, un lazzaretto, un caravanserraglio per il cambio dei cavalli ed un ospedale gestito dai Crociferi per il ricovero dei viandanti e degli ammalati. Il paese è guardato dall’alto dalla chiesa romanica di Sant’Andrea ed è l’ultimo lembo di terra nella valle della regione Veneto prima di passare in Trentino Alto Adige

Da vedere:
La Chiusa

La Val d’ Adige termina all’ altezza di Ceraino: in questo punto, nel periodo glaciale, una parete rocciosa sbarrava trasversalmente il solco vallivo, costringendo il ghicciaio a piegare verso destra, dove depositava i detriti morenici che oggi formano il bellissimo anfiteatro di Rivoli. Dopo il ritiro dei ghiacci le acque del fiume, alla ricerca di una via di sfogo verso la pianura, hanno iniziato ad incidere la parete di roccia e, nel corso dei millenni, sono riuscite a scavare quel solco profondo e suggestivo che possiamo ammirare tra Ceraino e Volargne: la Chiusa dell’ Adige. Dal punto di vista geologico l’ incisione è molto recente ed è tuttora in corso: nel XVII secolo i Principi Vescovi di Trento fecero esplodere alcune mine per abbassare la soglia rocciosa e facilitare il flusso delle acque. Ancora a quel tempo, infatti, l’Adige stentava a trovare il passaggio in pianura e tendeva a ristagnare creando laghi e paludi: per questo motivo l’ ultimo tratto della valle ha preso il nome di val Lagarina.

Strada Ultramonte
E’
un’iniziativa promossa dal Comune di Dolce’ per valorizzare la Valdadige veronese e promuoverne l’immagine turistica. La strada attraverserà tutto il territorio comunale permettendo di conoscere le bellezze ambientali e , insieme , i prodotti tipici. Si tratterà di un percorso segnalato con punti di sosta in luoghi particolarmente significativi dal punto di vista paesaggistico , storico e culturale. In abbinamento verranno proposte anche degustazioni di prodotti locali dalla Valdadige presso le varie aziende.

Il riparo Soman:
Si tratta di un riparo sottoroccia che si trova ai piedi del versante sulla sinistra orografica del fiume Adige, un paio di chilometri a nord della Chiusa, tra l’ abitato di Ceraino e di Dolcè. L’ attenzione verso questo sito preistorico risale al 1983 ed è dovuta al ritrovamento causale di una sepoltura dell’ età del Bronzo recuperata prima dell’ avvio delle ricerche sistematiche condotte dall’ università di Ferrara in collaborazione con la sopraintendenza di Verona. L’ inumato, di probabile sesso femminile, si è rilevato poi stratigraficamente intrusivo e privo di contesto insediativo. Lo studio dei diversi livelli archeologici e delle industrie litiche messe in luce, ha potuto far risalire la presenza dell’ uomo tra la fine del Paleolitico superiore ed il Neolitico antico, ossia tra un periodo compreso tra gli 11000 e i 5000 anni a.C.. L’ analisi dei pollini e dei numerosi resti di fauna hanno permesso di ipotizzare un ambiente climatico che, nel tempo, dovette evolvere da un iniziale clima fresco umido ad uno più temperato nella fase dell’ occupazione. Ulteriori approfondimenti consentiranno, forse, di conoscere maggiormente le modificazioni realizzate in questo intervallo di tempo nel modo di vita e nell’ economia dell’ uomo preistorico della Bassa Val d’ Adige.

Manifestazioni

Maggio:
Torre e sapori tra borghi e castelli

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